LA RETE BORN U N A P A S
LA RETE BORN U N A P A S S I O N E S E N Z A L I M I T I Il desiderio di innovare e di cambiare il modo in cui viviamo unisce i membri di BORN, un gruppo internazionale di designer e di imprenditori del settore della creatività dotati di valori comuni. Nella prima di una serie di interviste con alcuni dei suoi membri, Onelife ha incontrato la fashion designer di abbigliamento equestre Mia Suki, per esplorare il trait d’union fra dei prodotti esteticamente attraenti e le persone che li amano TESTO C H R I S S T O K E L - W A L K E R Come nel caso di molti altri imprenditori creativi, è stata un’iniziale insoddisfazione a spingere Mia Suki a lanciare la sua attività. “I prodotti esistenti sul mercato non mi soddisfacevano, perché non mi aiutavano a risolvere i problemi che stavo affrontando in quel periodo”, spiega dalla sua abitazione in Austria, dove vive per metà dell’anno con suo marito e i due figli. Appassionata di equitazione, Suki (che trascorre l’altra metà dell’anno a Hong Kong) era insoddisfatta della scarsa resistenza dei vestiti da equitazione, che talvolta si consumavano dopo pochi lavaggi. Il silicone usato per proteggere le ginocchia e la zona posteriore dei pantaloni da equitazione (in teoria un sostituto moderno e tecnologicamente avanzato della tradizionale e costosa pelle, usata per anni) si sbiadiva e tendeva a strapparsi dopo poco tempo. “Quando si adottano nuove tecnologie, una diversa applicazione può diventare un problema”, sottolinea. Non era la prima volta che a Mia Suki capitava di provare questo senso di esasperazione: le accadde la stessa cosa anche la prima volta che diventò madre. Passeggiando fra le corsie dedicate all’abbigliamento per mamme e neonati nei vari negozi, ricorda di essersi sentita bombardata da prodotti, articoli di abbigliamento, libri e gadget che avrebbero dovuto facilitare la transizione alla maternità. E invece, la facevano sentire peggio: “Non riuscivo quasi a gestire tutte le informazioni che dovevo assorbire”, dice. Ma poi si prese del tempo per pensarci e concluse che più erano le innovazioni che venivano lanciate sul mercato, più sembravano essere i problemi che queste creavano. “Le donne sono diventate madri sin dai tempi dei tempi, e non hanno mai avuto bisogno di tutta questa roba”, dice. “Credo che ci troviamo in una situazione dove chiunque può lanciare un nuovo prodotto. Purtroppo quando l’artigianato e la produzione non sono di alto livello, questa non può essere una soluzione di lungo periodo”. A destra: Mia Suki è un’appassionata amazzone che comprende le esigenze di questo sport. Qui sopra: i modelli di Mia Suki, caratterizzati da una semplice eleganza, non si limitano all’abbigliamento per l’equitazione FARE DI NECESSITÀ VIRTÙ Suki divenne appassionata di equitazione dopo aver frequentato le scuole nel Regno Unito. Questa passione per i cavalli la spinse a incanalare le sue frustrazioni nel correggere quella che lei considerava la diffusione di abbigliamento di scarsa qualità, in modo da sfruttare la sua esperienza personale per creare dei prodotti migliori e maggiormente in linea con le esigenze dei cavalieri di oggi. 38
LA RETE BORN FOTOGRAFIA: JOCELYN TAM (1) MAKE-UP: ALVA CHUNG STYLIST: LUCIENNE LEUNG-DAVIES 39